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Don Matteo Stagione 1 Episodio 16 La mela marcia 2000

Maiori, un brigadiere dei Carabinieri, si è infiltrato in un traffico di droga, e per guadagnarsi la fiducia dei malviventi ha preso un pacchetto di cocaina dal deposito e ora si reca all'appuntamento per consegnarla. Don Matteo, trovandosi a passare proprio nella zona dove dovrebbe avvenire lo scambio, vede che i due delinquenti stanno pestando a sangue Maiori: il prete interviene per fermare l'aggressione, ma riceve un pugno e riesce a mettere in fuga i due spacciatori. Maiori viene subito portato all'ospedale, e al reparto di rianimazione i medici riescono a salvarlo. Il maresciallo Cecchini ringrazia don Matteo per aver salvato la vita a Maiori, e gli spiega che soltanto quattro uomini erano al corrente del fatto che si era infiltrato: lo stesso Cecchini, il capitano Anceschi, Ghisoni e Lauro. Uno dei quattro è un corrotto e rivelato ai trafficanti la vera identità di Maiori. Anceschi si trova in missione fuori Umbria, e Cecchini non ha alcun dubbio sulla sua innocenza: il maresciallo non vuole credere nemmeno che Ghisoni o Lauro possano aver fatto una cosa del genere, e chiede a don Matteo di aiutarlo in questa delicata indagine. I due iniziano a pedinare Antonio Lauro, il quale si reca nella villa dei Lattanzi, una famiglia che qualche anno prima è stata coinvolta in un caso di droga. In realtà Lauro non è affatto un corrotto, ma è soltanto innamorato di Francesca, la moglie di Lattanzi. Don Matteo e Cecchini pedinano anche Ghisoni, e scoprono che il ragazzo è proprietario di una costosissima automobile sportiva: nemmeno Ghisoni è corrotto, perché l'auto è stata acquistata con i soldi di una regolare vincita al superenalotto. La droga del deposito viene fatta esaminare, e si scopre che qualcuno l'ha sostituita con del bicarbonato: i due malviventi volevano quindi uccidere Maiori non perché avevano scoperto la sua identità, ma perché avevano creduto che volesse imbrogliarli. Ne consegue che la talpa potrebbe essere chiunque tra i carabinieri della caserma di Gubbio, perché tutti loro possono accedere al deposito.

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